Dopamine detox: stabilire un rapporto sereno con smartphone e social media

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Chi lavora nel mondo della comunicazione e del marketing, oggi, non può più fare a meno dello smartphone e delle piattaforme social ad esso collegate. 

L’obiettivo è ovviamente quello di creare campagne di successo, che quindi suscitino un alto grado di attenzione e un buon numero di reazioni. Apparentemente può sembrare un’affermazione scontata ma lo è un po’ meno riguardo i processi che mette in moto dal punto di vista degli utenti che vengono attirati dai contenuti, pubblicitari e non.
Per spiegarci meglio, facciamo un passo indietro. Col tempo, è stato necessario sviluppare dei metodi per tenere alta l’attenzione e la partecipazione degli utenti social, finendo involontariamente per insinuarsi in meccanismi naturali del cervello umano. Ecco quindi che la dopamina, un ormone che in origine guidava e motivava la ricerca di risorse fondamentali per la sopravvivenza degli individui, oggi è coinvolta in molte più situazioni di quelle che possiamo immaginare.
In questo articolo vi spieghiamo in che modo essa ha effetto e come è collegata all’utilizzo dei social media. In particolare, per spiegare il titolo, perché avremmo bisogno di un “dopamine detox”, e quindi da ciò ce ne stimola la produzione?
Il dopamine detox è la versione, potremmo dire, evoluta del digital detox. Ma non indica soltanto il distacco dai device digitali, bensì, a un livello più profondo, da ciò che rappresentano e dagli effetti concreti che possono avere su di noi, a livello chimico e cerebrale. 

Come funziona la dopamina?

Per capire il ruolo della dopamina, così implicata nei processi di utilizzo e fruizione delle piattaforme social, bisogna illustrare prima in che modo questo ormone è coinvolto nella soddisfazione di necessità primarie. Come spiegato da Factanza nel post riportato in basso, l’evoluzione ha reso la dopamina fondamentale per la sopravvivenza. Per motivare gli sforzi necessari al sostentamento questo neurotrasmettitore dà vita ad una sensazione di gratificazione contestualmente al compimento del bisogno. 

 

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Come anticipato, però, col tempo le situazioni e gli stimoli a cui veniamo quotidianamente sottoposti sono inevitabilmente cambiate. Ecco quindi che ci ricolleghiamo alla questione iniziale: cosa c’entra la dopamina con gli smartphone e i social media? Pensando al funzionamento dei social, ciò che ce li fa amare, e quindi utilizzare così tanto è proprio il piacere che ne deriva. Non soltanto dalla fruizione dei contenuti, ma anche e soprattutto dalla gratificazione derivante dall’apprezzamento di quanto da noi postato, quantificato in like, commenti, visualizzazioni e condivisioni. La ricerca di questi piccoli piaceri è la forza che tiene incollati numerosi utenti ai Social Media. A tal punto che si sente il bisogno di parlare di dopamine detox: non tanto perchè la dopamina sia in sé una sostanza nociva, in quanto prodotta dal nostro corpo. Ma lo può diventare il comportamento che teniamo se stimolati da essa. 

Che cos’è il dopamine detox

Per quale motivo quindi si ritiene necessario un periodo di “disintossicazione” -anche se sarebbe più pensato parlare di “fast”, ovvero digiuno- dalle sensazioni derivanti dalla dopamina? Se è in grado di renderci pressoché dipendenti dagli schermi dei device, a risultare compromessa è sempre più la nostra concentrazione. Siamo quindi focalizzati su ciò che è in grado di provocare un piacere istantaneo, invece che su questioni realmente importanti, come lo studio o il lavoro, ma non parimenti gratificanti nel lungo periodo.
Così, per ritrovare la giusta motivazione in attività complesse, astratte da distrazioni di vario genere, si parla soprattutto- paradossalmente- all’interno di un popolare trend Tik Tok di come mettere in atto questo momento di distacco.

Anche perché esiste un lato ancora più oscuro di tutto ciò e ancora una volta è chiamata in causa la dopamina. Trovandosi a equilibrare gli effetti di questo neurotrasmettitore, stimolazioni tipiche delle dipendenze, il nostro corpo ne ridimensiona l’effetto, trovando meno gratificazione nelle medesime attività. Ecco spiegati, come riporta sempre Factanza, i sintomi riscontrati in molti utenti, di ansia e addirittura depressione derivanti da un uso massivo dei social network.
Sempre da TikTok arrivano dunque alcuni suggerimenti su come mettere in atto questo proposito: dalla riduzione del tempo di scrolling a un’ora quotidiana, al divieto di visione dei video su YouTube. C’è chi include addirittura la meditazione, e la durata del detox può variare da 24 ore fino a un’intera settimana. 

@habitnest Resetting your dopamine levels is a great way to feel good about the little achievements in your life #dopaminedetox #dopaminedetoxchallenge #dopamine ♬ awkward sped up sza – rem


I social non sono l’unico elemento da cui molti utenti che si raccontano prendono una pausa momentanea. Chi dai film e serie tv o in alternativa dai cibi poco sani e dalla caffeina, in quanto, le reazioni che avvengono sono le medesime. 

Ecco che quindi un breve tentativo di distacco può rappresentare, se non una soluzione, un primo passo per imparare a gestire meglio questo complicato, ma in alcuni casi necessario, rapporto con i dispositivi digitali e le diverse piattaforme social.
L’importante è non cadere nella tentazione di raccontare questa stessa esperienza, ancora una volta, sui social. Il rischio sarebbe quello di entrare in un circolo vizioso che renderebbe nullo il digiuno. 

 Il dopamine detox e la formazione sugli strumenti digitali

Cogliamo l’argomento, per iniziare un discorso che sta molto a cuore a noi di Solferino 3, ovvero proprio quello del rapporto con gli strumenti digitali. Una giusta formazione, soprattutto alla luce di questo approfondimento, è fondamentale per impostare un uso corretto. Se quindi prendere le giuste distanze può essere decisivo in questo senso, perché non imparare addirittura prima del “debutto” sulle piattaforme? Tra i nostri progetti, abbiamo realizzato un’occasione di formazione per dei giovani studenti che frequentano le scuole medie. L’obiettivo, è stato quello di introdurli al mondo del digital marketing, spiegando l’utilità degli strumenti digitali e le strategie che fanno parte di questo mondo. Il tutto da un punto di vista professionale. 

Non senza illustrare le possibili insidie che, come in ogni ambito esistono, ed è bene conoscere per poterle scongiurare. Capiamo infatti che si tratta di una dimensione ormai imprescindibile, a livello personale e anche su un piano lavorativo, per molti ragazzi che saranno futuri utenti. Ma la possibilità di avere oggi, una maggiore consapevolezza rispetto a quella posseduta dai non nativi digitali, è un vantaggio non indifferente, da sfruttare in modo positivo. Scacciare l’eventualità di utilizzo invasivo è quindi possibile, illustrando i vantaggi e le zone buie dei social media. Questo, senza un tono di voce proibitivo, ma al contrario propositivo!

Per chi volesse approfondire l’argomento, è disponibile un volume in inglese “Dopamine Detox” di Thibaut Meurisse. Propone una breve guida su come ritrovare la concentrazione in attività complesse. In alternativa, allargando il discorso a diversi aspetti della società, il libro di Anna Lembke “L’era della dopamina”.