Ogni ufficio, si sa, ha le proprie regole. Una precisa regolamentazione a volte scritta e condivisa, altre frutto di patti non detti, che fa da direttiva per il lavoro dei dipendenti che spesso si trovano a condividere per parecchie ore al giorno un ambiente comune. E se in alcuni luoghi si preferisce lavorare immersi in un religioso silenzio, nel nostro caso è tutto il contrario! Nell’ufficio di Solferino 3 la cassa bluetooth è sempre accesa, per ascoltare un repertorio musicale anche molto vario (per non dire discutibile!). Al di là della scelta, viene da chiedersi se un sottofondo di questo tipo sia di aiuto o di intralcio per il nostro lavoro, se stimoli o ostacoli la creatività, se sia in grado di conciliare o spezzare la concentrazione.
Per capirlo, abbiamo non solo analizzato diverse ricerche, ma anche sperimentato sul nostro quotidiano gli effetti di un ascolto prolungato durante le ore più operative.
Musica a lavoro: cosa ne pensa la letteratura scientifica
In molti si sono interrogati sulla possibile utilità, o eventuale criticità dell’utilizzo di un sottofondo musicale in ambienti di lavoro. Ecco quali abbiamo trovato più interessanti.
Nel 2016, come riportato da Wired, un istituto britannico di ricerca comportamentale e decisionale, MindLab, ne ha effettivamente evidenziato i benefici. Stress che diminuisce e produttività che di conseguenza aumenta. In particolare, sarebbero anche il lavoro in team e la coesione a subire un incremento positivo. Fondamentale risulta però il volume: per mantenere l’utilità della componente uditiva essa non deve essere troppo alta. Per la precisione non più di 70 decibel che corrispondono al livello di una normale conversazione. In questo modo non potrà sovrastare i nostri pensieri e attirare un’eccessiva attenzione rispetto a quella necessaria per completare la propria attività. La velocità adatta per trovare la giusta motivazione è invece 121 bpm.
Le teorie a favore del silenzio
E’ giusto riportare anche una controparte che sostiene la non utilità, addirittura il potenziale dannoso per creatività e concentrazione durante molte attività lavorative. Una scoperta non incoraggiante, quella pubblicata sulla rivista scientifica Applied Cognitive Psychology, per una realtà come la nostra, in cui proprio la creatività è fondamentale per la creazione di contenuti sempre nuovi e originali. Il principio, secondo lo studio, non è valido allo stesso modo per tutti i generi musicali, sostenendo la classica rispetto alla più caotica e fittamente parlata trap.
L’antitesi continua così: i lavori nel mondo della comunicazione dovrebbero restare lontani dai pezzi cantati in favore di quelli strumentali. Ecco che questa teoria in favore del silenzio non regge nel momento in cui i brani sono utili a coprire rumori più fastidiosi, ben più distraenti in confronto a qualcosa di più allegro, sognante o incoraggiante.
Il giusto compromesso seguendo questa linea di pensiero? Canzoni che conosciamo bene e che ormai ascoltiamo in modo automatico o in una lingua diversa dalla nostra.
Ascoltare musica in ufficio: il verdetto di Solferino 3
Nonostante l’approccio scientifico con il quale abbiamo analizzato la nostra passione per la musica di sottofondo, la nostra idea finale è dettata da ciò che viviamo ogni giorno e guidata dalle nostre sensazioni personali.
Il responso non può essere diverso da questo: la musica è per noi un prezioso beneficio. Prima di tutto, un modo per scoprire reciprocamente il team, arrivando a conoscersi meglio attraverso qualcosa di così personale come il gusto in fatto di ascolto. Quindi niente cuffie e isolamento, ma note diffuse per tutto l’ufficio.
In secondo luogo, la musica che più ci piace e molto probabilmente ci ricorda dei momenti felici è davvero efficace: un ottimo motore per un lavoro creativo come il nostro!
Questo perché a volte il silenzio, spezzato soltanto dal rumore dei tasti e dai clic del mouse può essere un fondo monotono e privo di una carica ispirazionale.
Terzo, la coesione si crea in ufficio anche e soprattutto nei momenti di decompressione: lo spunto di conversazione dato dalle ultime novità in fatto di hit e il confronto tra preferenze diverse è sempre valido e vivo.
Ecco perché abbiamo deciso di creare una playlist condivisa, includendo i brani preferiti di ognuno di noi e funzioni da strumento di scoperta di nuova musica. Rigorosamente da riprodurre durante ogni giorno di ufficio, ci permette di uscire dal nostro ristretto isolato di artisti preferiti, per aprirsi a orizzonti inesplorati, o meglio inascoltati.
Forse il segreto, astratto da ogni teoria e ricerca, è sperimentare insieme tra colleghi, trovando la soluzione che metta ognuno a proprio agio e nelle migliori condizioni di lavoro.
Scopri The Office! La playlist di Solferino 3 che ti sorprenderà per varietà, carica di energia positiva e anche un po’ di nostalgia.